16 July 2010

Le maniere per demolire l’Islam in Albania

Ermal BEGA

LE MANIERE PER DEMOLIRE L’ISLAM IN ALBANIA

Ermal Bega, Direttore dell’Istituto di Studi Orientali a Tirana, racconta approfonditamente, in questo testo, la recente storia dell’Albania, dei suoi regnanti e governanti, e di come, nell’arco di un secolo, l’Islam, la religione cui appartiene l’80% della popolazione albanese, sia stato demolito e strumentalizzato, prima con l’avvento del regime comunista ateo e materialista e poi, con l’avvento della democrazia, da parte di uomini politici più o meno loschi e immorali che non avrebbero rispettato il volere della popolazione di fede musulmana. L’auspicio è che l’Islam torni ad occupare un posto preponderante per la società albanese, come accadeva originariamente, senza dover scendere a patti o compromessi di vario genere per dichiarare e manifestare il proprio culto.

L’Albania, o meglio dire “l’Albania dell’anno 1912” (anno in cui essa venne divisa in quattro parti, tre delle quali furono “regalate” agli stati limitrofi ad essa), è uno dei paesi con il maggior numero di popolazione mussulmana in Europa (più del 80% della popolazione). Qualora calcolassimo gli indici percentuali della popolazione musulmana su tutto il territorio etnico Albanese, vedremmo che la suddetta si sposterebbe fino ad arrivare alla cifra del 98%. Evidentemente questa fu la ragione principale per la quale nella “Conferenza degli Ambasciatori” a Londra nel lontano 1913, vennero stabiliti i confini politici dell’Albania come gli vediamo oggi. Questa fu la maniera più facile per dividere e dominare queste terre con la maggioranza assoluta di abitanti musulmani in un territorio Europeo. E così avvenne. Le potenze straniere ci divisero, ci misero in conflitto, ci lasciarono in uno stato di povertà assoluta imponendoci tutto quello che dovevamo fare mettendo le loro pedine al governo a fare solo e soltanto i loro interessi. Così, questi musulmani poveri economicamente ed indifesi di fronte a tale dominio vennero messi al loro servizio. Tale strategia non fu eseguita soltanto nelle terre albanesi, bensì anche nel allora debole Impero Ottomano e nei territori arabi i quali vennero divisi in quasi venti stati con governi diversi tra loro.

Ma ritorniamo al nostro discorso che tratta le ragioni e i metodi usati per la disintegrazione della nostra identità musulmana albanese. A cominciare dal ex primo ministro albanese Fatos Nano il quale in un incontro organizzato dal Consiglio del Europa disse che l’Albania non può più essere identificata come un paese con maggioranza della popolazione mussulmana, [anche se la percentuale dei musulmani in questo paese è altissima (80%)] perchè tra questi fedeli dell’Islam in Albania, solo una piccola percentuale tra di loro è praticante, l’altra parte di religioso ha solo il nome… D’altro canto egli non ebbe tutti i torti. Provenendo quest’ affermazione da colui che dirigeva il governo Albanese ed il Partito Socialista (PS) non stupisce il fatto che egli stesso e la magior parte dei membri di questo partito sono della fede cristiano- ortodossa (molti dei quali non sono nemmeno di origini albanesi bensì sono greci, vlach, rumeni, slavi ed anche ebrei ect.). In questa sede non si ha l’intenzione di menzionare nomi in particolare, perchè questo elemento si può intravedere in modo chiaro dalla loro religione, i loro nomi e cognomi i quali non hanno la provenienza né Albanese né musulmana. Vale la pena accennare ad un fatto molto rilevante in merito: per gli albanesi era d’uso comune allo scopo di farsi distinguere dai loro vicini limitrofi, usare nomi e cognomi di origine musulmana (in questa sede si prende in considerazione anche qualche famiglia ebrea la quale per far perdere le tracce della loro origine si sarebbe “islamizzata”). Un esempio molto rilevante a questo proposito fù l’ex dittatore e capo del Partito Comunista in Albania (dal 1941-1985) Enver Hoxha. Egli, radunò vicino a sé le persone più note della fede ortodossa cristiana (più del 50% dell’ ufficio politico del Partito Popolare di Albania era ortodossa di origine non albanese) e li mise a capo delle più importanti istituzioni dell’istruzione, dell’arte, della politica, della cultura ecc.

Abbiamo estratto delle parti molto importanti a questo proposito da due libri di autori arabi, i quali hanno trattato in modo esauriente le caratteristiche del regime di Enver Hoxha, nei quali si legge: ”Sadik Premte, uno dei dirigenti dell opposizione fuori dall’Albania, afferma che Hoxha proviene da una famiglia ebrea molto nota a Tirana. Suo nonno divenne musulmano nel secolo XIX per raggiungere i suoi scopi personali, praticando allo stesso tempo anche la propria religione ebraica, lo stesso fecero anche i suoi discendenti. Continuando le sue affermazioni Sadik Premte racconta che il padre di Enver Hoxha si occupava di riba’a (“l’interesse” vietato dal Islam), per via delle sue ricchezze, esso aveva stretti contatti con il palazzo reale nel periodo tra le due guerre mondiali. All’epoca, Enver Hoxha, fu mandato a studiare a Parigi grazie ai favori del Re dell’Albania, però è noto che i suoi studi furono pessimi e venne bocciato fin dal primo anno di studi, così fece ritorno in Albania. All’ inizio della seconda guerra mondiale, Enver Hoxha strinse relazioni sospette con le autorità serbe”. (Muhammad Hanifa “L’Islam e i musulmani nei Balcani”, pagina 389-390). Invece da un altro libro traiamo le seguenti righe: “…è stato confermato da molte fonti sicure che Enver Hoxha, il Capo di Stato dell’Albania Comunista faceva parte del gruppo degli ebrei. I suoi rivali hanno provato che esso era sionista e Donmi (Dönme), molte delle prove derivano dal fatto che esso fece guerra a tutte le religioni (sopratutto all’Islam) allo stesso tempo mostrava una premura particolare nei confronti degli ebrei” (Fondatore di questo gruppo era Sepetai Zevi nato a Izmir nel 1623, il quale si era convertito al Islam solo in apparenza ma in privato praticava la fede ebraica, pagina 5. Riguardo a questi elementi sopraggiunti dagli studiosi arabi, decisi di indagare di persona domandando ai vecchi imam albanesi della città natale di Enver Hoxha, Argirocastra. Chiedendo a uno dei vecchi custodi di una delle moschee di Tirana riguardo alle origini di Enver Hoxha lui ci rispose che: “Per quanto riguarda suo padre, la sua era una delle famiglie più buone e generose di tutta Argirocastra, invece Enver Hoxha lui già da piccolo mostrava segni di misantropia. Lo conoscevano tutti già da piccolo perchè litigava sempre con chiunque”. Intanto noi chiedemmo informazioni riguardo al nonno di Enver Hoxha, e lui rispose che: “Era quasi impossibile reperire dati su di lui per via del fatto che Enver Hoxha una volta al potere sterminò chiunque sapesse qualcosa riguardo alle origini della sua famiglia”. E noi ci chiediamo: “Ma perchè mai una persona ordina lo sterminio di chiunque sapesse qualcosa riguardo alle sue origini?” Alla luce di queste rivelazioni, la risposta sembra evidente: “Lo fece per nascondere l’ipocrisia della sua famiglia, sopratutto di suo nonno il quale era un ebreo venuto dalla Turchia (l’allora Impero Ottomano) con la pretesa di essersi convertito al Islam cambiando il nome e le attitudini pubbliche. Era evidente che il loro vero scopo era quello della politica anti -islamica in Albania (cosi come in tutto il mondo islamico) e la distruzione dei musulmani albanesi psicologicamente e fisicamente cosa che successe anche nel Impero Ottomano ed nei altri paesi arabi.

Il ventesimo secolo, può essere considerato anche come il secolo del “trionfo” degli ebrei nel mondo, così come in Albania.

In un certo senso si può affermare che anche Ahmet Zogu fu contro la religione Islamica, ma lui ebbe altri motivi che non ha usati in modo volgare come fece Enver Hoxha il quale affermò apertamente il suo odio nei confronti del Islam e dei musulmani in Albania...

Con l’avvento della democrazia, l’Albania fu liberata dal ateismo comunista cosicché finalmente vennero aperte di nuovo le moschee e le chiese e gli albanesi potettero riavere di nuovo la libertà di culto.

Sali Berisha, il primo capo di stato del Albania pluralista, sapendo che la maggior parte degli albanesi era musulmana (compreso lui), decise che il nostro paese doveva fare parte della Conferenza Islamica cosi come delle altre organizzazioni europee ed internazionali. Non si può negare che questo fu un traguardo molto importante per i musulmani albanesi. Con essa si poteva chiedere maggior aiuto dall’Organizazione per ravvivare la tradizione dell’Islam in Albania cosi come era ancor prima dell’avvento del comunismo e della sua guerra alle religioni. Purtroppo, questo evento durò poco, perchè appena nel 1997 con l’arrivo al potere dei nuovi “Comunisti” cioè del partito socialista sotto il comando di Fatos Nano, si impegnarono a ritirarsi dalla Conferenza Islamica, il che fu una disgrazia per la comunità musulmana albanese in generale.

Purtroppo, le politiche nel nostro paese cambiano a seconda del partito al potere, ed oggi colui che all’ epoca lottò per far entrare l’Albania tra i paesi della Conferenza Islamica, il capo del governo attuale albanese Sali Berisha, ha cambiato totalmente idea pronunciandosi contro ogni adesione futura dell’Albania nella Conferenza Islamica.

In questa sede non si può non menzionare una delle maniere più frequenti ed diffuse per indebolire e distruggere l’islam in Albania, cioé quella dei missionari. I missionari, venuti in tantissimi da tutto il mondo, si avventarono su tutta la popolazione di maggioranza musulmana. Principalmente e di maggior rilevanza nel inserimento capillare al interno della popolazione, furono le diverse sette religiose cristiane (i battisti, i protestanti ecc.) e quelle ebraiche.

Questi missionari sono venuti con l’idea sbagliata convinti che essendo- il nostro popolo- reduce da un regime ateo-comunista, le nostre anime potessero essere facilmente “comprate” in cambio di cibo e soldi convertendoci così nella loro religione. Ahimé non sono stati pochi coloro che accettarono questo losco compromesso perdendo così la dignità umana e l’onore dell’Islam. Essi continuano a perseguire i loro scopi noti e ignoti (celati o nascosti) coltivando quello che vogliono nella nostra terra reduce dall’Islam. Però noi siamo convinti che l’Islam tornerà ben più florido e consapevole di prima...

Non a caso abbiamo lasciato per ultimo nella nostra discussione uno dei fenomeni attuali più dannosi ed efficaci al giorno d’oggi usato proprio come arma contro i musulmani e l’islam: “i media”. L’impatto che essi hanno avuto nell’ Albania post-comunista ha fatto sì che nei musulmani si verificasse una confusione collettiva. Essi, essendo diventati monopoli dei non-musulmani offrono un prodotto culturale molto diverso dai precetti dell’Islam, confondendo così la gente comune che ancora preserva un normale senso dell’etica religiosa. In un paese che non è stato pronto ad accogliere la cultura televisiva estranea dalla loro con valori alieni al senso comune del pudore e della normalità (menzioniamo qui due delle TV principali Albanesi sono controllate a loro volta dai colossi mediatici Greci e Italiani). Cosicché si è formata anche da noi, una cultura della “tv spazzatura” con la sola differenza che da noi non si riesce a distinguere la finzione dalla realtà, purtroppo...

Una delle poche certezze che cova nei cuori dei musulmani, è il fatto che l’Islam, la religione della pace ritornerà a illuminare i cuori di un popolo che da secoli ha cullato i suoi figli con l’amore per l’Islam. Cinquanta anni di comunismo non possono tagliare un tronco dalle radici così robuste. Allora, anche la gente delle altre religioni tornerà a vivere una vita serena e di vera pace!


Tradotto dalla lingua Albanese:
Vajada KEÇI-MANJANI

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